Le malattie professionali sono quelle patologie che si contraggono sul lavoro a causa della mansione svolta. Naturalmente il nesso fra le attività lavorative e il tipo di malattia che si sviluppa deve essere “diretto ed efficiente”, ovvero deve essere dimostrabile in modo chiaro il collegamento fra la patologia sviluppata dal lavoratore e le sue mansioni.
Per la Legge dello Stato Italiano, la malattia professionale è riconosciuta quando:
– La malattia si contrae quando il lavoratore è esposto ai rischi legati al tipo di lavoro, ad esempio il contatto a polveri e sostanze chimiche nocive, rumori, vibrazioni, radiazioni, misure organizzative che agiscono negativamente sulla saluta, etc.
– Il rischio agisce in modo prolungato nel tempo
In Italia le malattie professionali sono contenute in due tabelle distinte (settore industria e agricoltura) in un sistema misto che prevede:
– malattie professionali tabellate: in questo caso vale il principio della “presunzione del nesso tra patologia e attività”. Pertanto “al lavoratore esposto ad una delle lavorazioni a rischio previste negli elenchi, non è richiesta altra documentazione sanitaria, oltre alla certificazione rilasciata dal medico”;
– malattie da lavoro non comprese nelle tabelle (extratabellari): poiché in questo caso “le indagini epidemiologiche non hanno prodotto risultati sufficienti tali da giustificare l’inserimento nelle tabelle, il lavoratore o la lavoratrice devono dimostrare con una documentazione appropriata il nesso tra la malattia contratta e le attività professionali svolte. In ogni caso, una volta ottenuto il riconoscimento da parte dell’Inail della malattia da lavoro, le prestazioni sono identiche sia che si tratti di patologia tabellata o extratabellare”.
I settori più colpiti sono quelli dell’industria e servizi, ambito nel quale sono stati denunciati circa 46 mila casi.
Nel rapporto Inail, una tabella individua il tipo di malattia professionale e l’incidenza numerica. Da questo schema si vede bene che le malattie del sistema osteoscheletrico, muscolare e del tessuto connettivo sono di gran lunga le più frequenti rappresentando il 65% circa dei casi di denuncia.
Altre malattie certamente meno frequenti, ma numericamente successive per frequenza, sono quelle che interessano il sistema nervoso (11% circa), l’orecchio (l’8% circa) e il sistema respiratorio (5% circa).
Oneri del lavoratore e del datore di lavoro
Il Lavoratore che contrae una malattia professionale ha l’obbligo di far avere al datore di lavoro il certificato medico entro 15 giorni dalla manifestazione della malattia. Scaduto il termine decade il diritto all’indennizzo relativo al periodo antecedente alla denuncia.
Il Datore di Lavoro ha l’obbligo di trasmettere la denuncia della malattia professionale all’INAIL entro 5 giorni dalla consegna del certificato da parte del lavoratore.
Come ridurre il rischio di malattie professionali
Per ridurre il rischio di malattie professionali è necessario (oltre che obbligatorio per legge) fare un’attenta valutazione dei rischi che possono causare danni alla salute o minacciare la sicurezza dei lavoratori che dovrà poi essere riportata nel DVR – Documento di Valutazione Rischi.
Inoltre è necessario e obbligatorio per il Datore di Lavoro, fornire ai propri dipendenti una corretta informazione e formazione sulla prevenzione e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
La nostra società Abacus Italia è sede territoriale A.I.F.E.S. (Associazione Italiana Formatori Esperti in Sicurezza sul Lavoro) e svolge corsi di formazione per la sicurezza sul lavoro a Roma e su tutto il territorio Laziale in collaborazione con Organismo Paritetico.
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